In data 29 novembre 2017 è stata pubblicata la sentenza della Corte di Giustizia nella controversia che vede contrapposte le società VCAST Limited e la R.T.I. s.p.a (procedimento C-265/16). Già Il 7 settembre scorso l’Avvocato Generale UE nel depositate le proprie conclusioni aveva precisato che il «cloud computing», si riferisce all’accesso, attraverso una rete di telecomunicazione on demand, a risorse informatiche condivise ove, diversamente dalle modalità classiche di registrazione e riproduzione, l’utente finale non acquista né noleggia le attrezzature informatiche materiali, ma usa il servizio e le infrastrutture informatiche di un terzo.Pertanto tale fattispecie, a suo parere, non poteva essere considerata un’eccezione per copia privata al diritto d’autore ed essere ammessa.La Corte di Giustizia ha condiviso queste conclusioni ed ha chiarito che la videoregistrazione in cloud non può considerarsi lecita se effettuata tramite l’intervento ‘attivo’ di terzi.

Nell’affermare ciò, la Corte di Giustizia ha precisato che il regime delle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore di cui all’art. 5 della Direttiva 2001/29 (InfoSoc) va interpretato in modo restrittivo e che, conseguentemente, la c.d. eccezione di copia privata (art. 5. 2 lett. b, Direttiva) ‘non dev’essere interpretata nel senso che essa imponga al titolare del diritto d’autore di tollerare, oltre a tale limitazione espressamente prevista, violazioni dei suoi diritti che la realizzazione di copie private può comportare’.